domenica 18 aprile 2010

Non sapete quanto mi rilassi sentirmi parlare

Oggi ho visto un tipo che parlava da solo. Che cosa stracazzo si diceva? Ma se sei tu che parli con te stesso che cavolo ti dici? Sai tutto quello che ti è successo durante la giornata, tu ha le stesse opinioni di te stesso (non è un errore grammaticale), a tu piacciono le stesse cose che piacciono a te stesso. BOH.
A meno che... Ahhhh, adesso ho capito: te stesso nasconde tutte le cose a tu e quindi tu ogni volta è costretto a chiedergliele. Ma dico io, anche se fosse così tu non potrebbe chiedergliele in altri momenti? Oppure scrivergliele, o chessò, parlagli telepaticamente? Ennò! è no! Eh no!! (scusate, adesso si che i primi due sono errori grammaticali). Lui è esibizionista, si deve fare vedere. Tu lo deve far vedere a tutti che lui è uno che è impegnato socialmente e che gli interessa cosa succede nel mondo. Tu rompe il cazzo anche in discoteca. Magari fosse solo la discoteca, tu si diverte a far sentire al mondo che c'è pure in biblioteca. Ma, ascoltami, te stesso, se tu con tu non ci vuoi parlare ammazzalo, è inutile che lo tieni in prigione. Comunque a me stì tempi verbali con il soggetto non coniugato con il verbo mi stanno facendo sclerare e credo che se continuerò così comincerò a trovare anche dentro di me tu, te stesso e forse anche Franco Ramazza, come nel post della storiella che serve per comprendere la vita. E' ovvio che preferisco fermarmi qui per i suddetti motivi. Concludo dicendo che l'unico accorgimento che vi consiglio di usare con tipi del genere per domandagli l'ora è domandargliela così: "Scusi, che ora è? Scusi, che ora è?". Avrete di solito in risposta 2 orari che differiscono di 10 o 15 secondi